L’intervento è suddiviso in due lotti: il restauro della parte decorativa a vista è stato affidato a Lithos, mentre il laboratorio Lares si occupa del consolidamento della volta dall’estradosso.
Il restauro dell’intradosso decorato comprende gli affreschi, gli stucchi e i gessi, e le parti metalliche come le catene.
Il Palazzo Ducale di Mantova si sviluppa tra l’antica Piazza di San Pietro (l’attuale Piazza Sordello) e la riva del Lago Inferiore. Inizialmente composto da corpi di fabbrica disaggregati, il Palazzo trova forma organica nella prima metà del XVI secolo, quando diviene un unico, grandioso complesso architettonico corrispondente al più antico quartiere cittadino.
La famiglia Gonzaga ne fa la propria residenza dal 1328 al 1707, quando l’ultimo duca Ferdinando Carlo, tacciato di fellonia, è costretto all’esilio. Tra il 1395 e il 1406, su progetto di Bartolino da Novara, è edificato il Castello di San Giorgio che dalla metà del XV secolo, per volere di Ludovico II Gonzaga, diventa la residenza della famiglia marchionale. Nella torre di nord-est, Andrea Mantegna affresca dal 1465 al 1474 la celebre Camera picta, o Camera degli Sposi.
Addossata alla Corte Vecchia sorge, a partire dal 1480, la Domus Nova, modificata dal duca Vincenzo I (1587-1612). Non lontano dal Castello di San Giorgio, Giulio Romano edifica per Federico II la cosiddetta Corte Nuova, il cui primo nucleo è costituito dall’Appartamento di Troia (1536-1539). Sempre a Giulio si deve l’ideazione della Rustica, poi collegata alla Corte Nuova dalle Galleria della Mostra e dei Mesi, mentre per opera di Giovan Battista Bertani prende forma – dopo la metà del secolo – il Cortile della Mostra, che nel Settecento prende il nome di Cavallerizza.
Dopo il sisma del 2012, la Galleria è rimasta chiusa al pubblico per via dei danni subiti dalla volta. Dopo un minimo intervento effettuato subito nel 2012, la Galleria è rimasta fuori dai grandi finanziamenti per i restauri giunti nel 2016 e che ora si sono finalmente sbloccati per dare via al grande restauro.
L’intervento è suddiviso in due lotti: il restauro della parte decorativa a vista è stato affidato a Lithos, mentre il laboratorio Lares si occupa del consolidamento della volta dall’estradosso.
Il restauro dell’intradosso decorato comprende gli affreschi, gli stucchi e i gessi, e le parti metalliche come le catene.
Il lavoro sugli affreschi ha previsto una prima pulitura seguita da un paziente lavoro di consolidamento: il sisma e il naturale degrado avevano causato distacchi e fratturazioni che hanno dovuto essere ricuciti con velinature tramite cui stendere a pennello i prodotti idonei.
Riguardo la pulitura, erano presenti sia depositi polverulenti sia aderenti, che sono stati rimossi con acqua e attrezzi manuali, ma anche con impacchi.
Le reintegrazioni pittoriche sono state improntate al minimo intervento, eseguite in lieve sottotono e con la tecnica dell’acquerello.
Per gli stucchi, il problema maggiore era il distacco di scaglie e frammenti, per cui è stata necessaria la riadesione con resine. Allo stesso modo, i gessi hanno dovuto essere consolidati con impregnazione o iniezioni di resina acrilica.
È stato infine necessario agire sui supporti metallici delle decorazioni plastiche di stucchi e gessi, con un trattamento per l’arresto dell’ossidazione.