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Il Restauro della fontana dei Fiumi nel Castello Ducale di Agliè

Il restauro

La fontana monumentale è costituita da tre gruppi scultorei lapidei, due dei quali raffiguranti Tritoni e animali marini, che si ergono sopra scogli posti all’interno dell’invaso polilobato, mentre quello centrale raffigurante la Dora che si getta nel Po è addossato al paramento murario che costituisce la quinta muraria della vasca.

Alle spalle del gruppo centrale sussiste un ambiente semiconfinato voltato detto ‘di servizio’ addossato contro terra. Il prospetto architettonico che circonda la vasca, anch’esso contro terra, è scandito dalla successione degradante delle riquadrature con ‘mursi’ (applicazioni di pietra dall’aspetto di spugna pietrificata di varia pezzatura).

La campagna diagnostica

Dalle analisi visive effettuate, si è rilevato come una delle problematiche più rilevanti sia la presenza di umidità derivante dall’infiltrazione delle acque di provenienza dal lago a monte che, in modo più o meno canalizzato, alimentano la fontana.

Tale costante presenza, maggiormente visibile sul lato a destra dell’invaso, quasi sempre in ombra, ha causato numerosi degradi a carico sia del supporto murario in laterizio che della decorazione architettonica soprastante. Sono visibili numerosi interventi di manutenzione e ripristino, che vanno dalla presenza di coloriture superficiali a estesi rifacimenti in malte di natura cementizia, in pessimo stato di conservazione.

Il cantiere

Per far fronte a queste problematiche si è posto in essere uno studio e un progetto specifico di riconfigurazione del sistema storico di smaltimento delle acque a monte dell’emiciclo che costituirà un intervento complementare e parallelo a quello di restauro.
I gruppi scultorei presentano rifacimenti dovuti probabilmente ai medesimi episodi manutentivi, in quanto presenti diverse malte inidonee, oltre a trasformazioni dovute a varie modifiche dell’impianto idraulico di canalizzazione ed espulsione delle acque. È inoltre presente una diffusissima presenza di patine biologiche di diversa natura e di infestazione da piante superiori.

L'intervento di restauro

Nel locale di servizio è visibile il massimo degrado dovuto alla presenza non irreggimentata di acque di infiltrazione, di percolamento e di condensa sulle superfici e all’interfaccia tra i piani costitutivi della stratigrafia delle malte. Sono evidenti e diffuse le patine biologiche e gli infestanti superiori e un modesto quadro fessurativo dovuto anche ai moti imposti dalla spinta del terrapieno retrostante e dall’azione dell’apparato radicale del filare di tigli a monte. Alla luce delle riflessioni condotte sull’irreggimentazione delle acque a monte, il presente progetto prevede lo scrostamento cauto dei lacerti di intonaco ammalorato presenti sulle pareti di tale locale a contatto col terrapieno con l’obbiettivo di far asciugare la muratura. Si valuterà in corso d’opera, monitorati e misurati i livelli di umidità, la possibilità di intonacare le pareti con malte idonee.

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